La Scuola mi rispetta
LA SCUOLA MI RISPETTA
Bullismo e Discriminazioni:
la Percezione del Personale Scolastico
Progetto di LYR sul bullismo/cyberbullismo e sulla discriminazione nella Scuola
in partenariato con l’Istituto Tecnico per il Turismo “C. Colombo” di Roma
e con la collaborazione del Dipartimento di Psicologia
dei Processi di Sviluppo Socializzazione della “Sapienza Università di Roma”
Direttore Scientifico della ricerca
Prof. Roberto Baiocco, PhD
Professore Associato in Psicologia dello Sviluppo
Psicologia dello Sviluppo per l’Inclusione
Facoltà di Medicina e Psicologia
Sapienza Università di Roma
Coordinamento e monitoraggio della ricerca
Dott. Antonino Firetto
Dott.ssa Maria Bonadies
Dott. Vincenzo Arena
Dott.ssa Elisabetta Bertolotti
Dott.ssa Jessica Pistella
Dott.ssa Maria Rosaria Nappa
Dott. Loris Patella
Leggi l'Abstract del progetto
Introduzione
Il bullismo e il cyberbullismo sono fenomeni caratterizzati da intenzionalità, persistenza dei comportamenti aggressivi e da squilibrio di potere tra la vittima e il persecutore o i persecutori (Menesini et al., 2017). Questo squilibrio di potere spesso rispecchia il contesto socioculturale in cui avvengono gli episodi di bullismo, ovvero in cui le minoranze, o quelle considerate tali dal gruppo dominante, subiscono pregiudizi e discriminazioni in ragione di uno status di inferiorità (Brenick & Halgunseth, 2017).
Questi fenomeni necessitano di essere costantemente approfonditi e monitorati all’interno dei contesti scolastici al fine di diminuire il rischio individuale, modificarne i meccanismi responsabili e creare una scuola più inclusiva e attenta ai bisogni di tutte le ragazze e di tutti i ragazzi. Diversi studi hanno dimostrato il ruolo fondamentale che le insegnanti e gli insegnanti possono svolgere nella prevenzione del bullismo/cyberbullismo.
Avere delle Insegnanti e degli Insegnanti che intervengono in maniera diretta durante episodi di bullismo e discriminazione aumenta la percezione di sicurezza a scuola, rende la vita scolastica più soddisfacente e aumenta il benessere percepito (O’Shaughnessy et al., 2004). A volte le Insegnanti e gli Insegnanti non intervengono, sottovalutando l’importanza di alcuni comportamenti (Nappa et al., 2018). Le motivazioni maggiormente documentate in letteratura sono:
- limitate conoscenze nel riconoscere le dinamiche di bullismo e cyberbullismo;
- insicurezza in merito alle proprie competenze su aree specifiche della discriminazione;
- bassi livelli di autoefficacia nel ruolo di docente; diverse ricerche sottolineano che le Insegnanti e gli Insegnanti più propensi ad intervenire sono proprio coloro che si percepiscono più autoefficaci;
- non si sentono sufficientemente supportati dalle loro colleghe e dai loro colleghi, dai Dirigenti Scolastici o in generale dal contesto scolastico nel quale lavorano.
Partecipanti e obiettivi
I dati presentati nel report forniscono una fotografia dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo dalla prospettiva delle Insegnanti e degli Insegnanti, delle Dirigenti Scolastiche e del Personale ATA. Come prima azione del più ampio progetto di ricerca/intervento “La Scuola mi rispetta”, è stata proposta una survey online al Personale Scolastico di 9 Istituti Scolastici per indagare l’incidenza e le forme delle seguenti tipologie di bullismo e cyberbullismo: bullismo/cyberbullismo verso la disabilità, bullismo/cyberbullismo di matrice etnica, bullismo/cyberbullismo sessista, bullismo/cyberbullismo di matrice omofobica/transfobica.
Nello specifico, al progetto hanno partecipato 9 Istituti Scolastici della Regione Lazio (in parentesi la % dei partecipanti che hanno risposto alla survey):
- quattro appartenenti a Roma Capitale: Istituto Tecnico per il Turismo “Colombo” (9%), Istituto Comprensivo “Visconti” (10%), Liceo Scientifico “Cannizzaro” (8%), Istituto Tecnico Agrario “Sereni” (7%);
- due appartenenti al Comune di Pomezia: Istituto Comprensivo “De André” (13%), Liceo Artistico e Linguistico “Picasso” (8%);
- due appartenenti al Comune di Gaeta: Istituto di Istruzione Superiore “Fermi” (11%), l’Istituto Tecnico Nautico “Caboto” (25%);
- uno appartenente al Comune di Nettuno: Istituto Comprensivo “Nettuno II” (7%).
In totale al questionario online hanno avuto accesso 531 partecipanti tra Dirigenti Scolastiche (1%), Insegnanti (88%) e Personale ATA (11%). Anche se il Progetto era principalmente rivolto a Scuole Secondarie di primo (14%) e secondo grado (67%), hanno risposto alla batteria di strumenti anche Scuole Primarie e dell’Infanzia (19%).
I dati raccolti sono stati analizzati in modo aggregato e la loro elaborazione offre una descrizione dettagliata dei fenomeni in oggetto, della loro incidenza, delle forme e dei contenuti maggiormente ricorrenti. Inoltre, i risultati mettono in evidenza anche la frequenza e le differenti modalità di intervento degli attori scolastici, suggerendo anche possibili fattori di rischio e/o protezione.
Il report è articolato in due parti. La prima descrive i principali risultati relativi alle 9 scuole che hanno partecipato alla ricerca. La seconda parte presenta i dati relativi ad ogni singola Scuola confrontando le risposte con i dati aggregati delle altre 8 scuole.
Principali risultati e conclusioni
I risultati evidenziano che le percentuali di bullismo e cyberbullismo osservato dal personale scolastico si attestano, in media, intorno al 9%. Le frequenze emerse sembrerebbero essere inferiori ai dati evidenziati dalla letteratura nazionale e internazionale (Barcaccia et al., 2017; Pistella et al., 2020; Shiva Kumar et al., 2017). Infatti, diversi studi evidenziano percentuali di bullismo subito dal 20% – 30% delle studentesse e degli studenti delle Scuole Secondarie di secondo grado. Le differenze osservate tra i dati presenti in letteratura e quelli del report possono essere interpretati in diverso modo: a) le/gli insegnanti possono avere maggiori difficoltà, rispetto alle studentesse e agli studenti, ad osservare e riconoscere le dinamiche di bullismo e cyberbullismo; b) una tendenza da parte delle studentesse e degli studenti ad interpretare comportamenti violenti e discriminatori come episodi di bullismo anche quando tali episodi non soddisfano i criteri che definiscono il “bullismo” e il “cyberbullismo” (intenzionalità, persistenza dei comportamenti e squilibrio di potere).
A tal fine, sarebbe molto utile confrontare i dati ottenuti in questa ricerca con la percezione delle studentesse e degli studenti delle diverse Scuole coinvolte. Tale triangolazione delle fonti d’informazione potrebbe coinvolgere anche le famiglie delle ragazze e dei ragazzi e fornire spunti di riflessione molto importanti per progettare interventi mirati e coerenti con lo specifico contesto scolastico.
La tipologia di bullismo più riscontrata dai partecipanti sembra essere quella etnica (10%) e quella meno osservata quella di matrice omofobica/transfobica (7%). Ciò probabilmente è connesso all’attuale attenzione politica e educativa sui temi inerenti alla diversità/inclusione etnica. In riferimento al cyberbullismo, invece, la tipologia maggiormente riscontrata sembra essere quella verso la disabilità (14%) e la meno osservata nuovamente quella omofobica/transfobica (5%).
In riferimento alle specifiche forme di prepotenza osservate non emergono sostanziali differenze tra le tipologie di bullismo/cyberbullismo indagate: generalmente è emerso che le prepotenze di tipo verbale e il pettegolezzo sono le forme più frequenti in riferimento al bullismo, mentre l’esclusione online e le minacce/insulti postati online lo sono in relazione al cyberbullismo. In particolare, per il cyberbullismo omofobico/transfobico emergono come frequenti anche gli attacchi “visuali”, ovvero il ricevere video o foto di situazioni imbarazzanti o intime.
Per quanto riguarda la percezione di sicurezza scolastica, la maggior parte delle insegnanti e degli insegnanti giudicano le proprie Scuole come “molto” sicure per le studentesse e gli studenti in funzione del genere, della disabilità e della provenienza etnica. La percezione di sicurezza scolastica diminuirebbe, invece, in riferimento agli studenti appartenenti ad una minoranza sessuale e/o di genere (reale o percepita).
Rispetto ai bisogni formativi, le aree tematiche su cui le insegnanti e gli insegnanti vorrebbero essere maggiormente formati sono relative al sessismo e alla disabilità. Il bisogno di formazione non sembra essere associato a una bassa percezione di sicurezza scolastica, né all’osservazione diretta di bullismo/cyberbullismo. Di contro, l’espressione di bisogni formativi è connessa alla percezione di autoefficacia, e al senso di positività e fiducia delle/degli insegnanti. Tale dato sembra suggerire che la motivazione che porta ad informarsi, approfondire e acquisire nuovi strumenti è maggiormente connessa ad aspetti individuali più che di contesto (Baiocco et al., 2021).
Il documento può essere considerato un punto di partenza importante per implementare attività formative coerenti e utili per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo. Inoltre, la batteria di strumenti, se somministrata a cadenza annuale, potrebbe fornire un indice dei progressi ottenuti, dei bisogni formativi e delle ricadute pratiche degli eventuali progetti implementati nelle singole Scuole.
In conclusione, i risultati della presente ricerca insieme alle attività formative connesse possono essere un primo passo per stimolare un miglioramento e un cambiamento culturale della Scuola. Il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo è infatti un fenomeno sociale e culturale che coinvolge e deve coinvolgere tutte e tutti: le insegnanti e gli insegnanti, i Dirigenti scolastici, il personale ATA, le studentesse e gli studenti e le loro famiglie. Solo in questo modo la Scuola può essere un “luogo sicuro” in grado di favorire la piena realizzazione di tutte le persone coinvolte e soprattutto delle studentesse e degli studenti.
Bibliografia minima di riferimento
Baiocco, R. (2019). Rosa, Azzurro, Arcobaleno. Identità di genere e orientamento sessuale. Roma: GEDI.
Baiocco, R., Terriaca, C. (2019). Quanta bellezza. Genitori di ragazze lesbiche e ragazzi gay si raccontano. Roma: McGraw Hill.
Baiocco, R., Pezzella, A., Pistella, J., Kouta, C., Rousou, E., Rocamora-Perez, P., … & Papadopoulos, I. (2021). LGBT+ Training needs for health and social care professionals: a cross-cultural comparison among seven European countries. Sexuality Research and Social Policy. doi: 10.1007/s13178-020-00521-2
Baiocco, R., Pistella, J., Salvati, M., Ioverno, S., & Lucidi, F. (2018). Sports as a risk environment: Homophobia and bullying in a sample of gay and heterosexual men. Journal of Gay & Lesbian Mental Health, 22, 385-411.
ISTAT, Il bullismo in Italia: comportamenti offensivi e violenti tra i giovanissimi, Istituto Nazionale di Statistica, 2015.
ISTAT, Indagine conoscitiva sulle forme di violenza fra i minori e ai danni di bambini e adolescenti, Memoria Scritta dell’Istituto Nazionale di Statistica, 2020.
Nappa, M. R., Palladino, B. E., Menesini, E., & Baiocco, R. (2018). Teachers’ reaction in homophobic bullying incidents: The role of self-efficacy and homophobic attitudes. Sexuality Research and Social Policy, 15, 208–218.
Sitografia
ISTAT (2020). Indagine conoscitiva sulle forme di violenza fra i minori e ai danni di bambini e adolescenti: https://www.istat.it/it/files//2020/06/Istat_Memoria-scritta_Violenza-tra-minori_1-giugno-2020.pdf
Le cose cambiano a Roma. Un progetto per capire e contrastare il bullismo omofobico: http://lecosecambiano.roma.it/
Leggi l'Abstract del progetto
Introduzione
Il bullismo e il cyberbullismo sono fenomeni caratterizzati da intenzionalità, persistenza dei comportamenti aggressivi e da squilibrio di potere tra la vittima e il persecutore o i persecutori (Menesini et al., 2017). Questo squilibrio di potere spesso rispecchia il contesto socioculturale in cui avvengono gli episodi di bullismo, ovvero in cui le minoranze, o quelle considerate tali dal gruppo dominante, subiscono pregiudizi e discriminazioni in ragione di uno status di inferiorità (Brenick & Halgunseth, 2017).
Questi fenomeni necessitano di essere costantemente approfonditi e monitorati all’interno dei contesti scolastici al fine di diminuire il rischio individuale, modificarne i meccanismi responsabili e creare una scuola più inclusiva e attenta ai bisogni di tutte le ragazze e di tutti i ragazzi. Diversi studi hanno dimostrato il ruolo fondamentale che le insegnanti e gli insegnanti possono svolgere nella prevenzione del bullismo/cyberbullismo.
Avere delle Insegnanti e degli Insegnanti che intervengono in maniera diretta durante episodi di bullismo e discriminazione aumenta la percezione di sicurezza a scuola, rende la vita scolastica più soddisfacente e aumenta il benessere percepito (O’Shaughnessy et al., 2004). A volte le Insegnanti e gli Insegnanti non intervengono, sottovalutando l’importanza di alcuni comportamenti (Nappa et al., 2018). Le motivazioni maggiormente documentate in letteratura sono:
- limitate conoscenze nel riconoscere le dinamiche di bullismo e cyberbullismo;
- insicurezza in merito alle proprie competenze su aree specifiche della discriminazione;
- bassi livelli di autoefficacia nel ruolo di docente; diverse ricerche sottolineano che le Insegnanti e gli Insegnanti più propensi ad intervenire sono proprio coloro che si percepiscono più autoefficaci;
- non si sentono sufficientemente supportati dalle loro colleghe e dai loro colleghi, dai Dirigenti Scolastici o in generale dal contesto scolastico nel quale lavorano.
Partecipanti e obiettivi
I dati presentati nel report forniscono una fotografia dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo dalla prospettiva delle Insegnanti e degli Insegnanti, delle Dirigenti Scolastiche e del Personale ATA. Come prima azione del più ampio progetto di ricerca/intervento “La Scuola mi rispetta”, è stata proposta una survey online al Personale Scolastico di 9 Istituti Scolastici per indagare l’incidenza e le forme delle seguenti tipologie di bullismo e cyberbullismo: bullismo/cyberbullismo verso la disabilità, bullismo/cyberbullismo di matrice etnica, bullismo/cyberbullismo sessista, bullismo/cyberbullismo di matrice omofobica/transfobica.
Nello specifico, al progetto hanno partecipato 9 Istituti Scolastici della Regione Lazio (in parentesi la % dei partecipanti che hanno risposto alla survey):
- quattro appartenenti a Roma Capitale: Istituto Tecnico per il Turismo “Colombo” (9%), Istituto Comprensivo “Visconti” (10%), Liceo Scientifico “Cannizzaro” (8%), Istituto Tecnico Agrario “Sereni” (7%);
- due appartenenti al Comune di Pomezia: Istituto Comprensivo “De André” (13%), Liceo Artistico e Linguistico “Picasso” (8%);
- due appartenenti al Comune di Gaeta: Istituto di Istruzione Superiore “Fermi” (11%), l’Istituto Tecnico Nautico “Caboto” (25%);
- uno appartenente al Comune di Nettuno: Istituto Comprensivo “Nettuno II” (7%).
In totale al questionario online hanno avuto accesso 531 partecipanti tra Dirigenti Scolastiche (1%), Insegnanti (88%) e Personale ATA (11%). Anche se il Progetto era principalmente rivolto a Scuole Secondarie di primo (14%) e secondo grado (67%), hanno risposto alla batteria di strumenti anche Scuole Primarie e dell’Infanzia (19%).
I dati raccolti sono stati analizzati in modo aggregato e la loro elaborazione offre una descrizione dettagliata dei fenomeni in oggetto, della loro incidenza, delle forme e dei contenuti maggiormente ricorrenti. Inoltre, i risultati mettono in evidenza anche la frequenza e le differenti modalità di intervento degli attori scolastici, suggerendo anche possibili fattori di rischio e/o protezione.
Il report è articolato in due parti. La prima descrive i principali risultati relativi alle 9 scuole che hanno partecipato alla ricerca. La seconda parte presenta i dati relativi ad ogni singola Scuola confrontando le risposte con i dati aggregati delle altre 8 scuole.
Principali risultati e conclusioni
I risultati evidenziano che le percentuali di bullismo e cyberbullismo osservato dal personale scolastico si attestano, in media, intorno al 9%. Le frequenze emerse sembrerebbero essere inferiori ai dati evidenziati dalla letteratura nazionale e internazionale (Barcaccia et al., 2017; Pistella et al., 2020; Shiva Kumar et al., 2017). Infatti, diversi studi evidenziano percentuali di bullismo subito dal 20% – 30% delle studentesse e degli studenti delle Scuole Secondarie di secondo grado. Le differenze osservate tra i dati presenti in letteratura e quelli del report possono essere interpretati in diverso modo: a) le/gli insegnanti possono avere maggiori difficoltà, rispetto alle studentesse e agli studenti, ad osservare e riconoscere le dinamiche di bullismo e cyberbullismo; b) una tendenza da parte delle studentesse e degli studenti ad interpretare comportamenti violenti e discriminatori come episodi di bullismo anche quando tali episodi non soddisfano i criteri che definiscono il “bullismo” e il “cyberbullismo” (intenzionalità, persistenza dei comportamenti e squilibrio di potere).
A tal fine, sarebbe molto utile confrontare i dati ottenuti in questa ricerca con la percezione delle studentesse e degli studenti delle diverse Scuole coinvolte. Tale triangolazione delle fonti d’informazione potrebbe coinvolgere anche le famiglie delle ragazze e dei ragazzi e fornire spunti di riflessione molto importanti per progettare interventi mirati e coerenti con lo specifico contesto scolastico.
La tipologia di bullismo più riscontrata dai partecipanti sembra essere quella etnica (10%) e quella meno osservata quella di matrice omofobica/transfobica (7%). Ciò probabilmente è connesso all’attuale attenzione politica e educativa sui temi inerenti alla diversità/inclusione etnica. In riferimento al cyberbullismo, invece, la tipologia maggiormente riscontrata sembra essere quella verso la disabilità (14%) e la meno osservata nuovamente quella omofobica/transfobica (5%).
In riferimento alle specifiche forme di prepotenza osservate non emergono sostanziali differenze tra le tipologie di bullismo/cyberbullismo indagate: generalmente è emerso che le prepotenze di tipo verbale e il pettegolezzo sono le forme più frequenti in riferimento al bullismo, mentre l’esclusione online e le minacce/insulti postati online lo sono in relazione al cyberbullismo. In particolare, per il cyberbullismo omofobico/transfobico emergono come frequenti anche gli attacchi “visuali”, ovvero il ricevere video o foto di situazioni imbarazzanti o intime.
Per quanto riguarda la percezione di sicurezza scolastica, la maggior parte delle insegnanti e degli insegnanti giudicano le proprie Scuole come “molto” sicure per le studentesse e gli studenti in funzione del genere, della disabilità e della provenienza etnica. La percezione di sicurezza scolastica diminuirebbe, invece, in riferimento agli studenti appartenenti ad una minoranza sessuale e/o di genere (reale o percepita).
Rispetto ai bisogni formativi, le aree tematiche su cui le insegnanti e gli insegnanti vorrebbero essere maggiormente formati sono relative al sessismo e alla disabilità. Il bisogno di formazione non sembra essere associato a una bassa percezione di sicurezza scolastica, né all’osservazione diretta di bullismo/cyberbullismo. Di contro, l’espressione di bisogni formativi è connessa alla percezione di autoefficacia, e al senso di positività e fiducia delle/degli insegnanti. Tale dato sembra suggerire che la motivazione che porta ad informarsi, approfondire e acquisire nuovi strumenti è maggiormente connessa ad aspetti individuali più che di contesto (Baiocco et al., 2021).
Il documento può essere considerato un punto di partenza importante per implementare attività formative coerenti e utili per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo. Inoltre, la batteria di strumenti, se somministrata a cadenza annuale, potrebbe fornire un indice dei progressi ottenuti, dei bisogni formativi e delle ricadute pratiche degli eventuali progetti implementati nelle singole Scuole.
In conclusione, i risultati della presente ricerca insieme alle attività formative connesse possono essere un primo passo per stimolare un miglioramento e un cambiamento culturale della Scuola. Il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo è infatti un fenomeno sociale e culturale che coinvolge e deve coinvolgere tutte e tutti: le insegnanti e gli insegnanti, i Dirigenti scolastici, il personale ATA, le studentesse e gli studenti e le loro famiglie. Solo in questo modo la Scuola può essere un “luogo sicuro” in grado di favorire la piena realizzazione di tutte le persone coinvolte e soprattutto delle studentesse e degli studenti.
Bibliografia minima di riferimento
Baiocco, R. (2019). Rosa, Azzurro, Arcobaleno. Identità di genere e orientamento sessuale. Roma: GEDI.
Baiocco, R., Terriaca, C. (2019). Quanta bellezza. Genitori di ragazze lesbiche e ragazzi gay si raccontano. Roma: McGraw Hill.
Baiocco, R., Pezzella, A., Pistella, J., Kouta, C., Rousou, E., Rocamora-Perez, P., … & Papadopoulos, I. (2021). LGBT+ Training needs for health and social care professionals: a cross-cultural comparison among seven European countries. Sexuality Research and Social Policy. doi: 10.1007/s13178-020-00521-2
Baiocco, R., Pistella, J., Salvati, M., Ioverno, S., & Lucidi, F. (2018). Sports as a risk environment: Homophobia and bullying in a sample of gay and heterosexual men. Journal of Gay & Lesbian Mental Health, 22, 385-411.
ISTAT, Il bullismo in Italia: comportamenti offensivi e violenti tra i giovanissimi, Istituto Nazionale di Statistica, 2015.
ISTAT, Indagine conoscitiva sulle forme di violenza fra i minori e ai danni di bambini e adolescenti, Memoria Scritta dell’Istituto Nazionale di Statistica, 2020.
Nappa, M. R., Palladino, B. E., Menesini, E., & Baiocco, R. (2018). Teachers’ reaction in homophobic bullying incidents: The role of self-efficacy and homophobic attitudes. Sexuality Research and Social Policy, 15, 208–218.
Sitografia
ISTAT (2020). Indagine conoscitiva sulle forme di violenza fra i minori e ai danni di bambini e adolescenti: https://www.istat.it/it/files//2020/06/Istat_Memoria-scritta_Violenza-tra-minori_1-giugno-2020.pdf
Le cose cambiano a Roma. Un progetto per capire e contrastare il bullismo omofobico: http://lecosecambiano.roma.it/
> Per ottenere il report del progetto in PDF, compila il form qui a fianco.
Perché il Progetto LA SCUOLA MI RISPETTA?
LYR offre a chiunque ne senta l’esigenza uno spazio protetto e riservato in cui sentirsi accolti, per favorire un’esplorazione libera sui temi del contrasto a tutte le forme di discriminazione e dell’affermazione piena della propria identità come Persona.
Il Progetto LA SCUOLA MI RISPETTA, ideato e promosso da LYR, ha analizzato la frequenza e la gravità del bullismo/cyberbullismo e della discriminazione attraverso la somministrazione di un questionario online alle/agli Insegnanti, alle/i Dirigenti Scolastici e al Personale ATA di 9 Istituti Scolastici, in relazione alle dimensioni specifiche di bullismo/cyberbullismo:
- di matrice etnica;
- legato alla disabilità;
- connesso all’aspetto fisico;
- in funzione del genere e della tipicalità di genere delle ragazze e dei ragazzi;
- di matrice omofobica/transfobica o su persone che appartengono a minoranze sessuali.
LYR offre un sostegno professionale su queste tematiche, con interventi incentrati su:
- Supporto e formazione alla comunità scolastica nell’ambito del piano dell’offerta formativa agli studenti;
- Supporto psicologico all’adolescente, all’adulto e alla famiglia;
- Psicoterapia.
Tali interventi sono pensati nel rispetto della specificità delle diverse età e situazioni familiari, sociali e personali di ogni Persona coinvolta.
Sede Legale
Via Principe Amedeo, 130
00185 Roma
C.F. 96447500586
Contatti
Cell. 371.3046898
e-mail: info@liveyourrainbow.it
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